Quinto mistero della Gioia: Gesù ragazzo, ritrovato nel tempio - con meditazioni tratte dai testi di Maria Valtorta adoriamo il Signore con la preghiera, ringraziamo il Signore con la preghiera, abbracciamo il Signore con la preghiera La Santissima Trinità

MISTERI DELLA GIOIA

Quinto Mistero
Gesù ragazzo, ritrovato nel tempio



Fra i dottori della Legge è in corso una disputa teologica.

Gamaliele, circondato da un folto gruppo di discepoli, parla della venuta del Messia e, appoggiandosi alla profezia di Daniele, sostiene che il Messia deve essere ormai nato, perchè da una decina d’anni circa le settanta settimane profetate sono compiute da quando era uscito il decreto di ricostruzione del Tempio.

Sciammai lo combatte asserendo che, se è vero che il Tempio è stato riedificato, è anche vero che la schiavitù di Israele è aumentata, e la pace, che avrebbe dovuto portare seco Colui che i Profeti chiamavano - Principe della Pace -, è ben lontana d’essere nel mondo e specie a Gerusalemme, oppressa da un nemico che osa spingere la sua dominazione fin entro il recinto del Tempio, dominato dalla torre Antonia piena di legionari romani, pronti a sedare con la spada ogni tumulto di indipendenza patria.

Dal folto del gruppo dei fedeli esce una fresca voce di Fanciullo:

Gamaliele ha ragione.

Su cosa fondi la tua sicurezza?

Gesù :

Sulla profezia che non può errare nell’epoca e sui segni che l’hanno accompagnata quando fu il tempo del suo avverarsi.
È vero che Cesare ci domina.
Ma il mondo era tanto in pace e la Palestina tanto in calma quando si compirono le settanta settimane, che fu possibile a Cesare ordinare il censimento nei suoi domini. Non lo avrebbe potuto se la guerra fosse stata nell’Impero e le sommosse in Palestina.
Come era compìto tempo, così si sta compiendo l’altro delle sessantadue più una dal compimento del Tempio, perchè il Messia sia unto e si avveri il seguito della profezia per il popolo che non lo volle.

Potete avere dubbi?

Non ricordate che la stella fu vista dai Savi d’Oriente e che andò a posarsi proprio sul cielo di Betlemme di Giuda e che le profezie e le visioni, da Giacobbe in poi, indicano quel luogo come il destinato ad accogliere la nascita del Messia , Figlio del figlio del figlio di Giacobbe, attraverso Davide che era di Betlemme? Non ricordate Balaam? “Una stella nascerà da Giacobbe”.

I Savi d’Oriente, che la purezza e la fede rendevano occhi e orecchi aperti, hanno visto la stella e compreso il suo nome: “Messia”, e sono venuti ad adorare la Luce scesa nel mondo>>.


Gesù

Vedi l’angoscia di Maria quando, riunitesi le schiere degli uomini e delle donne, Ella vede che Io non sono con Giuseppe. Non alza la voce in rimproveri aspri verso lo sposo. Ma il dolore che traspare dal Volto di Maria trafigge Giuseppe più d’ogni rimprovero. Non si abbandona Maria a scene drammatiche.

Ma il Suo dolore contenuto è così palese, dal tremito che la prende, dal Volto che impallidisce, dagli occhi che si dilatano, che commuove più d’ogni scena di pianto e clamore. Non sente più fatica, non fame. E il cammino era stato lungo e da tante ore non si era preso ristoro!

Ma Ella lascia tutto. E il giaciglio che si sta preparando e il cibo che sta per essere distribuito. E torna indietro. È sera, scende la notte. Non importa. Ogni passo la riporta verso Gerusalemme. Ferma le carovane, i pellegrini. Interroga.

Giuseppe la segue, la aiuta. Un giorno di cammino a ritroso e poi l’affannosa ricerca per la città.

Poi, dopo tre giorni, simbolo di altri tre giorni di angoscia futura, ecco che Maria esausta penetra nel Tempio, scorre i cortili e i vestiboli. Ecco che Maria sente, oltre una barriera di persone, la cara Voce che dice: “Queste pietre fremeranno.”. Ella cerca di fendere la calca e vi riesce dopo molto stento.

Eccolo, il Figlio, a braccia aperte, ritto fra i dottori. Maria è la Vergine prudente.

Ma questa volta l’affanno soverchia la Sua riservatezza. È una diga che abbatte ogni altra cosa. Corre al Figlio, lo abbraccia, levandolo dallo sgabello e posandolo al suolo, ed esclama:

“Oh! perchè ci hai fatto questo? Da tre giorni ti andiamo cercando. La Tua Mamma sta per morire di dolore, Figlio. Il padre Tuo è sfinito di fatica. Perchè, Gesù?”

Non si chiedono i perchè a Chi sa.

I “perchè” del Suo modo di agire.

Ai vocati non si chiede “perchè” lasciano tutto per seguire la Voce di Dio.

Io ero Sapienza e sapevo.

Io ero “vocato” ad una missione e la compivo.

Sopra il padre e la madre della Terra vi è Dio, Padre divino.

I Suoi interessi superano i nostri, i Suoi affetti sono superiori ad ogni altro.

Io lo dico a mia Madre.

Termino l’insegnamento ai dottori con l’insegnamento a Maria, Regina dei dottori.

Ed Ella non se lo è più dimenticato.

Il sole le è tornato nel cuore avendomi per mano, umile e ubbidiente, ma le mie parole le sono pure nel cuore. Molto sole e molte nubi scorreranno nel cielo durante quei ventuno anni in cui sarò ancora sulla Terra. E molta gioia e molto pianto si alternerà nel Suo Cuore per altri ventuno anni.

Ma Ella non chiederà più: “Perchè, Figlio mio, ci hai fatto questo?”.

Imparate, o uomini protervi.

Litanie lauretane
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